Lamezia, lingue e linguaggi senza confini al Liceo “Fiorentino”

Va avanti spedita e con grande vivacità la didattica innovativa del Liceo Fiorentino di Lamezia che diventa sempre più uno splendido cantiere di sperimentazione al quale guardano con attenzione altre realtà scolastiche della regione e del Paese.

Questa volta, il linguaggio con cui ci si è misurati nella traduzione è l’urdu, una lingua indoeuropea del gruppo delle lingue indoarie, sviluppatasi nell’Asia meridionale tra il 1200 e il 1800, al tempo del Sultanato di Delhi e dell’Impero Mogul, con influenze persiane, curde ed arabe.
Partendo dai contributi indiani nella favolistica greca – è lo stesso Aristotele, poi, a riferirlo – si è arrivati a riproporre l’ode della gelosia di Saffo in pakistano. La studentessa del Liceo classico quadriennale Omnia Ahmed, affiancata dalle compagne di classe Carla Caputo, Anastasia Valentina Marrazzo, Gaia Pulice, Maria Chiara Gigliotti, Francesca Ferraro, sotto la guida del prof. Polopoli, ha fatto emergere un incontro tra culture storicamente documentato e riflessioni su cui oggi la multiculturalità si fa sfida e modello educativo di relazioni sempre più feconde.
La traduzione è diventata bilingue: legge bene solo chi s’immerge nella parola originale, risvegliando e rifacendo in sé l’originale vibrazione – evidenzia Polopoli, il docente che le ha seguite. L’alunna pakistana, nel riportare a casa e in comunità il testo classico della poetessa più rappresentativa dell’Occidente, si è mostrata disponibile a mettere su pergamena la traduzione, accompagnandola con la firma autografa di ognuna delle sue compagne in urdù: in tutto questo suggestivo è stato il modo con cui la stessa è stata seguita nella tecnica scrittoria. Passare da destra a sinistra o da sinistra a destra ha fatto cogliere una manualità ed una mentalità per le quali gli intrecci filosofici o antropologici futuri permetteranno ulteriori spunti di maturità ed approfondimento».