Il 22 dicembre si è conclusa la terza edizione del Calendario dell’Avvento Solidale. Un progetto fortemente voluto e curato da tutta la comunità dell’Istituto Comprensivo Ardito Don Bosco di Lamezia Terme. Una grande raccolta di prodotti per l’igiene personale, carte da gioco, giochi enigmistici e biglietti augurali, ha ribadito l’importanza dello stare vicini a chi più di tutti ha risentito del distanziamento sociale.
“La nostra grande “famiglia” scolastica, formata dalle famiglie, dai nostri alunni e da tutto il personale scolastico e guidata dalla Dr.ssa Margherita Primavera, – scrivono – ancora una volta risponde e non delude chi aspettava dei “Doni”. La risposta è stata più grande della richiesta ed il ricavato è stato ripartito tra quelle associazioni che sostengono molte “storie di vita”. Quelle storie racchiuse nelle pareti della Comunità alloggio “Itaca” di via S. Foderaro, gestita dalla Coop “Malgrado Tutto”, che supporta le persone con disturbi della salute mentale e le loro famiglie nel percorso di recupero del benessere e della pienezza di vita; altre storie racchiuse tra le pareti della Lavanderia Solidale gestita dalla Caritas Diocesana di Lamezia Terme o quelle racchiuse tra le mura delle Case di Riposo “Bosco S. Antonio” e Casa degli Ulivi. L’arrivo dei doni confezionati, in simpatiche scatole decorate dalle piccole mani dei bambini della scuola dell’infanzia e della primaria, ha portato un sorriso a chi spesso è escluso, solo ed abbandonato ed ha consentito di ridurre le distanze tra persone che si sono venute incontro ed hanno teso la mano l’un l’altro per accoglierSi.
Lo scopo nel nostro progetto – afferma il responsabile – fin dalla nascita è quello di creare una banca del tempo tra scuola ed associazioni per far sì che gli alunni riescano a leggere la realtà che ci circonda, partendo dalla concretezza locale, per comprendere in che modo ognuno di noi può fare la propria parte nel quotidiano. La nostra missione di educatori è trasformare il contesto nel quale viviamo; non ci accontentiamo di educare i singoli. Dai semi che coltiviamo vogliamo sboccino frutti maturi di trasformazione sociale”.