“La lotta ai batteri resistenti agli antibiotici è una battaglia da portare avanti remando tutti nella stessa direzione, a cominciare dai nostri comportamenti quotidiani. Gli antibiotici sono farmaci straordinari che, insieme ai vaccini, oggi ci consentono di vivere così a lungo. Vinciamo la lotta all’antibioticoresistenza usando correttamente gli antibiotici, non comprando la carne e il pesce provenienti da luoghi e allevamenti dove si fa uso abnorme di antibiotici”. Questo uno dei messaggi lanciati dal professore Matteo Bassetti, intervenuto in videoconferenza all’iniziativa promossa dal Polo Tecnologico “Carlo Rambaldi” di Lamezia Terme, di fronte a cento studenti del triennio dell’indirizzo chimico dell’istituto accompagnati dai loro docenti.
Una conversazione che ha spaziato dai ricordi e riflessioni personali alla storia della malattie infettive, quella del docente universitario e direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale S. Martino di Genova, che ha parlato dei suoi primi passi nello studio dell’infettivologia “passione trasmessami da mio padre che è stato pediatra e infettivologo” fino ad arrivare ad oggi, alla popolarità raggiunta negli oltre due anni dell’emergenza Covid: “l’invito che rivolgo a voi, ragazzi, è quello di studiare e applicarvi non tanto per raggiungere la sufficienza, ma per avviare un percorso, per mettere ogni giorno, quando venite a scuola, un mattone sull’edificio della vostra formazione. Così come sono convinto che solo dando maggiore riconoscimento agli insegnanti di ogni ordine e grado, l’Italia può diventare un Paese migliore.”.
Per l’infettivologo “il mondo è dei microbi” perché “sono qui da molto prima di noi e hanno una velocità di riproduzione molto superiore alla nostra. Il futuro dipenderà dalla nostra capacità di convivere con batteri, funghi, protozoi e tantissimi microrganismi”. Rispondendo alle domande degli studenti del triennio indirizzo chimico, che hanno letto e approfondito in classe il suo ultimo libro, Bassetti si mostra critico sulla gestione dei tamponi in Italia “che ha fatto del nostro Paese non un laboratorio di pensiero medico-scientifico, ma un tamponificio. La gestione del Covid in Italia ha messo al centro non il paziente, ma il tampone. Una sorta di gestione tolemaica: abbiamo al centro il tampone come Tolomeo metteva la terra al centro del sistema solare.
Nell’ultimo anno, abbiamo fatto con i tamponi quello che da bambini facevamo con il gioco dell’allegro chirurgo: si comprano i tamponi su Internet, in farmacia, al supermercato, ci si arriva a fare il tampone anche per un prurito di gola o “illudendoci” con un tampone negativo di poter andare a trovare in sicurezza i nostri nonni”. La strada tracciata da Bassetti, ribadita di fronte agli studenti lametini, è quella “della convivenza con il Covid. Questo significa dire stop alla tamponite acuta, effettuare tamponi solo su prescrizione medica e in presenza di soggetti sintomatici, proteggere le persone anziane e le persone fragili con la vaccinazione e facendo loro indossare le mascherine in alcuni contesti”.
Scettico sulla possibile origine in laboratorio del virus di Wuhan: “credo si tratti di un’evoluzione naturale come avvenuto per tantissimi virus influenzali passati dall’animale all’uomo e dall’uomo all’uomo. Anzi mi stupisco come sia arrivato da noi solo nel 2019, visto quello che succede da sempre nei mercati umidi in Cina, dove in condizioni igieniche terribili si assiste alla commistione biologica di animali e uomini e non si capisce dove finisca il mondo animale e dove inizi quello dell’uomo”. Sbagliata per Bassetti “una gestione della pandemia che ha visto la scuola italiana in lockdown per un tempo superiore altri Paesi europei. Nelle prime settimane del lockdown, non si vedeva in giro neppure un giovane mentre gli anziani andavano tranquillamente al supermercato. Una gestione che ha sacrificato i giovani e non ha protetto gli anziani”. E infine un pensiero ai calabresi: “la Calabria è una grande regione, caratterizzata da uno straordinario spirito di abnegazione e di servizio”. All’incontro, hanno collaborato il professore Roberto Bennardo e gli studenti della V H indirizzo informatico, che hanno curato la parte tecnica dell’iniziativa.
Per la dirigente Anna Primavera, che ha ringraziato il professore Bassetti per la disponibilità, “è stata un’occasione che ha stimolato i nostri studenti a seguire la strada dell’approfondimento e della ricerca, non quella dell’improvvisazione e dei luoghi comuni”. All’incontro, moderato dal giornalista Salvatore D’Elia, è intervenuta la docente Annamaria Carpino, team leader della ricerca che ha visto gli studenti del Rambaldi tra i cinquanta finalisti del concorso nazionale “Mad for science”, con un progetto sul tema della mutal resistence nel microbioma acquatico lametino. Un’esperienza che, ha sottolineato la docente, “ha consentito alla nostra scuola di distinguersi per didattica innovativa, dando occasione ai nostri studenti di cimentarsi nella ricerca con metodi professionali, supportati dal dipartimento dell’Università della Calabria, e con una strumentazione all’avanguardia che ha implementato i laboratori del nostro istituto”.