“La mafia a Lamezia era una mafia di serie A. Vi è stata una sottovalutazione, si combatteva la mafia a mani nude con un commissariato di quattro gatti. La mafia qui aveva un delirio di onnipotenza. Anche sulla vicenda dei netturbini ho letto le carte ed ho provato rabbia perché si poteva risolvere, c’è stata una congiuntura di eventi ma speriamo che si possa fare qualcosa. Spesso noi incontriamo collaboratori di giustizia dai quali cerchiamo sempre di sapere. Vi posso dire di non abbattervi: su Lamezia abbiamo fatto tante operazioni e ne faremo ancora”.
Si è espresso così il Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri intervenuto sul palco di Trame.11, sollecitato dal giornalista Arcangelo Badolati a proposito della vicenda giudiziaria legata all’attentato di ‘ndrangheta in cui persero la vita due innocenti lavoratori lametini nel 1991, Francesco Tramonte e Pasquale Cristiano. Un caso irrisolto che, a distanza di oltre tre decenni, pesa sul presente di una città come Lamezia ancora sotto lo scacco dei clan.
E ovviamente non ha parlato solo di questo. Tanti i temi affrontati dal procuratore antimafia, con la sua caratteristica semplicità in modo da farsi capire da tutti. Niente paroloni ma concetti espressi con chiarezza, facendo esempi concreti come per esempio sulla necessità della riforma della giustizia: “Tutto diventa inutile se non si arriva all’Appello entro due anni, poi non si può più procedere. Andatelo a dire per esempio alla vedova di un operaio morto sul lavoro che poi, per avere un risarcimento deve aprire anche una causa civile”. Alla provocazione di Badolati sul senso dei recenti referendum Gratteri è stato chiaro: “Sono stati inutili. Ora lo posso dire”.
“I miei interventi in tv vengono spesso strumentalizzati – ha detto poi – e il giorno dopo ecco i titoloni sui giornali. Ma non hanno forse capito che io sono un uomo libero, perchè non chiedo favori a nessuno. Se vedeste il registro delle mie chiamate sul telefono scoprireste che ogni giorno faccio il consulente gratuito. Mi chiamano quelli di destra e quelli di sinistra, vogliono conoscere il mio parere, io gratuitamente dico quello che posso dire, e resto libero perchè non chiedo niente a nessuno”.
Per quanto riguarda Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Gratteri è stato molto duro: “Purtroppo i morti non possono difendersi perchè non possono parlare: invece di battersi il petto alla commemorazione a Palermo, avrebbero dovuto commemorare questi due uomini con una importante riforma della giustizia. Vedo solo ipocrisia, e ricordo quando trent’anni fa i gattopardi sono saliti sul carro”. La famosa agenda rossa di Borsellino? “Su quell’agenda lui segnava tutto, specie i suoi incontri quando andava a Roma, e quando tornava era sempre arrabbiato”.
Gratteri non ha mancato di rivolgere un pensiero particolare ai giovani volontari di Trame “li vedo appassionati, sono il futuro di questa terra”.
“Io amo immensamente la Calabria e perciò la critico: ci sono tre facoltà di Giurisprudenza e la la regione conta un milione e 9centomila abitanti. Sono fabbriche di disoccupati. Perchè non pensare invece a indirizzare gli studi verso il turismo, così da fare durare l’estate 8 mesi come fanno in Grecia? Invece no, strizziamo i turisti i due mesi estivi così poi ci campiamo tutto l’anno”.
E sul governo? “Quei 28 milioni di euro destinati a realizzare nelle carceri italiane delle strutture dove i detenuti possono stare 24 ore con i coniugi…be, ci sono cose più urgenti. Se avessi 200 poliziotti in più, 200 finanzieri in più, 200 carabinieri in più potrei fare molte più cose”.
“Io non mi fermo, non saprei fare altro. Nella mia testa c’è una guerra, penso 10 cose contemporaneamente, il giorno parlo con 200 persone per i motivi più diversi. Vi invito a venire, da me a Catanzaro, da Curcio qui a Lamezia: denunciate, denunciate, non abbiate paura”.
Candida Maione