“Guardare Reggio Calabria con occhi nuovi, scoprirne magie e angoli inaspettati e nascosti, colori sorprendenti: questo, in breve, quello che abbiamo apprezzato nell’ultima passeggiata con “Le Città Visibili” sotto l’eccezionale guida del collaboratore storico della nostra associazione, l’architetto Giuseppe Battaglia, guida turistica ed escursionistica. Fulcro del tour è stata la storia della ricostruzione della città, iniziata nel 1908, dopo il terribile terremoto e il successivo maremoto che la distrussero. La città era un cumulo di macerie solo pochissimi edifici si salvarono. Bisognava riorganizzare ex novo la città alla luce delle neonate norme antisismiche e, dunque, dell’uso del cemento armato. L’ingegnere Pietro De Nava, autore nel 1911 del Piano regolatore che porta il suo nome, avviò la lenta ma oculata ricostruzione di Reggio. De Nava stabilì dei lotti quadrati disposti in linee parallele alla costa e alla collina: tutte le vie si affacciavano su un tratto di mare (cannocchiale a mare).
Il cemento armato fu la rivoluzionaria novità dei materiali che avrebbero preservato le costruzioni dall’incubo sismico. Iniziarono i lavori caratterizzati da diveri stili: Neoclassico, Neogotico, Liberty, Eclettico. Nella visione dell’allora Sindaco Giuseppe Valentino la città doveva essere “bella e gentile” e nessuno edificio doveva prevalere sull’altro. A tal fine venne emanato un regolamento secondo cui i diversi proprietari di un medesimo blocco dovevano attenersi ad un’armonia prospettica che avrebbe distinto le costruzioni mantenendone l’equilibrio e l’eleganza. Reggio divenne allora il simbolo di sinergie Liberty e neoclassiche, di consonanze e simmetrie stilistiche. Notiamo subito le facciate occupate da finestre, balconate in ferro battuto, decori floreali, ringhiere, pensiline; vari sono i motivi decorativi per tutta la città: greche, gigli, volute, pannelli, conchiglie in forme strane, capitelli non solo classici ma anche riecheggianti i capitelli egizi col fiore di loto.
Il Corso, accoglie il passeggio di residenti e turisti e tra le tante strutture ci soffermiamo davanti il Palazzo Corigliano, esempio liberty dalla bellissima balconata in ferro battuto e dalle ampie aperture in cui sono visibili le strutture in cemento armato. Poco più avanti la chiesa evangelica in stile neogotico.
Palazzo Siracusa inaugurò lo stile Liberty vero e proprio; è nato come teatro, caffè e appartamenti al primo piano. La struttura della Banca d’Italia incorniciata da decori floreali presenta cancellate in ferro battuto con inserti in bronzo che fungono da protezione.
Palazzo Fiaccadori ha uno stile assai particolare. Anche qui il cemento è lavorato creando l’effetto pietra; un bovindo rimanda ad influenze di gusto nordeuropeo e notiamo finestre ad arco e uso della bugnatura. Una veranda vista mare è coperta con una pensilina in tegole: la parete della veranda è decorata con disegni geometrici e floreali policromi.
Scendendo, sulla sinistra troviamo Villa Genovese Zerbi che richiama lo stile neogotico; la villa è incompleta all’interno ed è stata sede di importanti mostre. Ora è in restauro poiché la salsedine, come si può notare da un angolo dell’edificio che si trova sul versante della costa, danneggia il ferro interno alle colonnine della facciata e dell’intera struttura. A pochi passi, di fronte al mare, si erge un altro capolavoro del Liberty reggino: Palazzo Spinelli, oggi sede del Rettorato Universitario.
Questi palazzi si affacciano sul bellissimo lungomare di Reggio Calabria che oggi è costituito da due strade parallele fra loro separate da aiuole di Ficus magnolioides, Eucaliptus ed altre piante esotiche. Un tempo l’accesso al mare era impedito dalla linea ferroviaria. L’aspetto dell’attuale Lungomare scaturisce dall’idea di realizzare una galleria dentro cui far transitare la linea ferroviaria, per recuperare il rapporto ed il legame della città con il proprio mare.
Ci spostiamo poi a Piazza Italia, da sempre considerata il “centro civico” di Reggio, sulla quale si affacciano tre dei Palazzi cittadini più importanti: Palazzo San Giorgio, sede del Comune, il Palazzo del Governo, e quello della Provincia, recentemente intitolato a “Corrado Alvaro”. Palazzo San Giorgio sorgeva sull’isolato opposto, dove oggi si trova il Teatro “F.Cilea”. Dopo il tragico terremoto del 1908, venne ricostruito su progetto di Ernesto Basile, L’entrata principale è caratterizzata da ampie scalinate da cui si accede al piano superiore dove si trovano il Salone dei Lampadari, con decorazioni in stile liberty, la sala del sindaco e della Giunta Municipale e altre sale. Lo stile Liberty caratterizza un po’ tutto il Palazzo, dall’interno all’esterno: sul cornicione centrale della parte esterna sono situate due decorazioni con lo stemma cittadino; si sovrappone, poi, una parete decorata con motivi liberty in cui è incastonato l’orologio sovrastato dalla campana civica. Il Palazzo del Governo, anch’esso Liberty, presenta cancelli in ferro battuto e facciata prospiciente in avanti per evidenziare l’entrata. Il Liberty cercava di creare un senso di movimento tramite rientranze e prospicienze, statue e colonnine. Le statue in alto sono, oggi, in restauro. Anche nell’ edificio della Provincia progettato da Camillo Autore ritornano elementi dell’architettura neoclassica e dello stile Liberty. Il corpo centrale del palazzo è aggettante, con un elemento porticato e tre aperture verso cui confluiscono due rampe laterali. Nei due fronti si aprono i passaggi finestrati del piano terra ed una serie di balconi e pannelli decorativi angolari in puro stile Liberty. Il Palazzo delle Poste e Telegrafi possiede un elegante accesso principale, costituito da tre portali muniti di tre cancelli in ferro battuto artisticamente lavorato. Le finestre al pianoterra si susseguono uguali, mentre quelle dei piani superiori, sono monofore o bifore, delimitate da lesene o colonne con capitello di ordine ionico o corinzio. La sommità dell’edificio è caratterizzata da un cornicione che in corrispondenza di alcune finestre forma alcuni timpani triangolari al cui interno si trovano, particolare importante, dei bassorilievi di figure umane. Proseguiamo verso il Palazzo del Genio Civile, opera di Zani, oggi facoltà di Giurisprudenza, costituito da due corpi fabbrica e due cortili. Anche qui troviamo un portone evidenziato da una finestra particolare tripartita in orizzontale e in verticale. Oltrepassiamo la Chiesa dei Bianchi, così chiamata perché appannaggio della Confraternita dei Bianchi, incappucciati in bianco che accompagnavano al patibolo i condannati a morte e giungiamo al Duomo dedicato a Maria Santissima Assunta, il più grande edificio sacro della Calabria. Ricostruita dopo il catastrofico terremoto del 28 dicembre 1908 su progetto di Padre Carmelo Angiolini in stile neo-romanico, il Duomo è un altro emblema del Liberty reggino. I quattro torrioni di facciata sono caratterizzati da inserti in alabastro che la sera sembrano emanare bagliori dorati. Sulla scalinata sono collocate le due statue di San Paolo, a sinistra, e di Santo Stefano da Nicea, a destra, entrambe dello scultore Francesco Jerace. L’interno è a tre navate delimitate da pilastri ricoperti in marmo; entrambi i lati ospitano tre cappelle. Le pareti sono completamente decorate da pitture. Il tetto è a capriate in cemento armato e cassettoni in legno. Tra le opere di pregio osserviamo uno splendido coro ligneo, ampie vetrate policrome, una grande tela che raffigura la “Consacrazione di Santo Stefano Vescovo di Reggio da parte di San Paolo” e un tronco di colonna che secondo la tradizione sarebbe quella del Prodigio di San Paolo. La Cappella del Santissimo Sacramento risale al 1700 ed è un capolavoro del Barocco dichiarato monumento nazionale. Sulle pareti ammiriamo una serie di pannelli con intarsi in marmi policromi. Per concludere un rapido sguardo al Castello aragonese e alle architetture circostanti: la Chiesa degli Ottimati, che richiama sia lo stile bizantino che quello arabeggiante, il Tribunale opera di Farinelli, la Scuola Media Principe di Piemonte, il Convitto e il Liceo Classico. La passeggiata continua fino al Duomo dedicato a Maria Santissima Assunta. Nel pomeriggio diamo un rapido sguardo al Castello aragonese e alle architetture circostanti: la Chiesa degli Ottimati, che richiama sia lo stile bizantino che quello arabeggiante, il Tribunale Raggio Farinelli, la Scuola Media Principe di Piemonte, il Convitto e il Liceo, dello stesso architetto Camillo Autore.
Lasciamo Reggio Calabria, ancora avvolta nel blu del mare e del cielo tra le prime luci della sera, e con gli occhi intrisi della sua bellezza, rientriamo…già pronti a prepararci per la prossima meta”.
Così in una nota dell’Associazione di Lamezia Terme “Le Città Visibili”