il Punto / Nocera Terinese ed il lungomare che non c'è

il Punto / Nocera Terinese ed il lungomare che non c’è

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il Punto / Nocera Terinese ed il lungomare che non c'èTerminato di costruire nel 2010 il lungomare di Nocera Terinese, lungo circa un chilometro, solo per poco tempo è stato un punto di ritrovo dei cittadini.
Maltempo e mareggiate negli anni lo hanno devastato. Nel marzo del 2018, dopo un’alluvione che ha devastato il versante tirrenico centrale della Calabria, il lungomare è stato oggetto di una forte mareggiata che di fatto lo ha reso inagibile, come mostrano le foto.
Una scoperta, questa, che mi ha fatto riflettere sulle bellezze della nostra terra che necessitano però di interventi di pronto ripristino. Perché?
Perché il lungomare di Nocera Terinese deve essere il gioiello, il diamante della cittadina.
Marcello Marchesi scrisse nella sua opera Il Malloppo: “Il diamante è da sempre considerato un simbolo di impegno in una coppia di innamorati, ma anche di sicurezza e forza nel caso in cui su questa pietra venisse effettuato un investimento economico”.
Ciò significa che sia da un punto di vista metaforico, sia da un punto di vista estremamente più concreto, il rapporto tra innamorati lo possiamo paragonare al possibile rapporto che hanno avuto (per poco tempo) i cittadini di Nocera ed il lungomare. E possiamo aggiungere che lo stesso si caratterizza in un rapporto eterno il cui valore durerà per sempre.
Da sempre il lungomare è il waterfront di ogni città, grande o piccola che sia, metropoli o di provincia. Ma comunque è il biglietto da visita per chi non è residente. Questa è stata la mia impressione.
il Punto / Nocera Terinese ed il lungomare che non c'èPer cui mi permetto di suggerire un waterfront importante per lo sviluppo dell’economia territoriale, a cui deve seguire il necessario ripristino del lungomare. Un intervento che deve porre l’attenzione sul “recupero” funzionale del gioiello, con l’obiettivo finale di consegnare ufficialmente l’importante luogo di ritrovo ai cittadini di Nocera Terinese.
Non vorrei entrare nel merito delle scelte di progettazione ma ad occhio nudo ci si potrebbe chiedere perché questa localizzazione e quali tipologie di materiali sono stati impiegati.
Ritengo in prima istanza, ed anche con somma urgenza, mettere in sicurezza l’area (o di quello che è rimasto del lungomare) in modo che i residenti ed i turisti (con l’avvicinarsi della stagione estiva) evitino di imbattersi in speroni di ferro e porzioni di cemento che fuoriescono dalla sabbia.
E procedere successivamente con un intervento che veda il miglioramento dell’accessibilità, della viabilità e pedonalità dell’area, l’introduzione di servizi tecnologici e, soprattutto, la disponibilità dei servizi turistici e commerciali.
Un intervento che dovrà costituire un’occasione per lo sviluppo dell’economia locale e dovrà rendere minima la necessità di gestione e manutenzione da parte del Comune.
Il settore privato oggi ha le carte in regola per sopperire alle carenze della pubblica amministrazione. Gli strumenti ci sono e numerosi.
Io ci credo. In bocca lupo.

Marco Foti

Marco FotiPugliese di origini, Marco Carmine Foti ha vissuto e studiato a Reggio Calabria dove si è laureato in Ingegneria Civile e specializzato nel settore dei trasporti e della logistica. Vive e lavora a Genova dove svolge la sua attività professionale prevalentemente nel campo della pianificazione e progettazione dei trasporti, studi di fattibilità tecnica e analisi economico-finanziarie, piani di riqualificazione e studi di sistemi ed infrastrutture di trasporto. Membro della Commissione Trasporti dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Genova, è stato più volte selezionato tra gli esperti di riferimento per il MIT.


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