Ha ottenuto il via libera da parte della competente commissione scientifica del ministero per il Sud il Renato Dulbecco Institute, un centro d’eccellenza per la produzione di anticorpi monoclonali e di nanoanticorpi (o pronectine), una forma piu’ avanzata dei monoclonali attualmente in fase sperimentale per il trattamento del Covid ma anche in campo oncologico che sorgerà a Lamezia Terme.
L’iniziativa prevede un investimento di 27 milioni di euro e una ricaduta occupazionale per almeno 100 persone, fra cui ricercatori, collaboratori e impiegati. A darne notizia e’ il commissario della fondazione intitolata al premio Nobel nato a Catanzaro, l’ex presidente della Regione e docente universitario Giuseppe Nistico’. Il progetto e’ uno dei 13 riguardanti il territorio calabrese giudicati idonei e pertanto ammessi ai finanziamenti nell’ambito del bando sugli ecosistemi per gli ecosistemi per l’innovativita’ nelle regioni meridionali. A ospitare i laboratori del centro sara’ la Fondazione Mediterranea Terina, nell’area ex Sir di Lamezia Terme, e operera’ in collegamento stretto con le universita’ calabresi.
La Giunta regionale della Calabria, nel settembre scorso, ha approvato la delibera con la quale vengono concessi i locali. I finanziamenti, ha spiegato all’AGI Nistico’, che esprime la sua soddisfazione “per i criteri, basati sul merito, seguiti dal ministero guidato da Mara Carfagna”, ci sono. “Trattandosi di un progetto innovativo – spiega – si puo’ anche attingere ai fondi comunitari e in particolare al Por. C’e’ un miliardo di euro non spesi nell’ultimo quinquennio”.
Il Dulbecco Institute dovra’ essere il primo tassello di una rete di centri di eccellenza che ancora mancano in Calabria, per cui molti pazienti sono costretti a recarsi in altre regioni italiane o all’estero. A presiederlo sara’ un calabrese illustre, Roberto Crea, il padre delle biotecnologie che dopo 40 anni di attivita’ in California tornera’ in Italia proprio per dirigere l’istituto nella sua regione d’origine e che nei mesi scorsi ha effettuato un sopralluogo negli spazi riservati ai laboratori.
L’Istituto sara’ organizzato in due edifici: quello dell’ex concorzio Telcal per i laboratori di produzione e studio di nuovi anticorpi monoclonali e di nanoanticorpi (pronectine), di cui la Fondazione Renato Dulbecco possiede la proprieta’ intellettuale e i relativi brevetti, e quello dell’ex Ispels, che sara’ la sede dei laboratori di farmaco-tossicologia pre-clinica per lo studio di prodotti sintetizzati nell’edificio ex Telcal oltre che dei laboratori per la valutazione della qualita’ e della sicurezza di prodotti agroalimentari della Regione Calabria. Il progetto, avviato dalla compianta presidente Jole Santelli, compie dunque un passo in avanti. “Ogni anno – sottolinea Nistico’ – la Calabria spende circa 300 milioni per la migrazione sanitaria e queste risorse potrebbero invece essere reinvestite in Calabria per migliorare la qualita’ delle prestazioni e dei servizi”.
La Fondazione Dulbecco sta studiando un nuovo nanoanticorpo per combattere le varianti Omicron e Delta del Covid in collaborazione con Crea e con la societa’ Twist di San Francisco.
L’iniziativa di Lamezia rappresentera’ la prima iniziativa scientifica e culturale del progetto piu’ ampio denominato “Calabria Silicon Valley”. Secondo Nistico’, il Dulbecco Institute, che vanta la collaborazione di due premi Nobel (l’istraeliano Aaron Ciechanover, Nobel per la chimica, e Thomas Sudhof della Stanford University, Nobel per la medicina), oltre a scienziati di chiara fama, come Salvador Moncada che ha scoperto la prostaciclina e il nitrossido, e Napoleone Ferrara, il farmacologo clinico piu’ citato al mondo per le sue scoperte nel campo degli anticorpi monoclonali anti-Vegf (usati attualmente in tutto il mondo per il trattamento di varie forme di cancro nonche’ della maculopatia degenerativa retinica degli anziani che se non trattata porta a cecita’) premio Lasker negli Usa, e’ una scommessa vincente per la Calabria. La sua apertura, secondo Nistico’, consentira’ di formare nuovi ricercatori, studiare nuove molecole e nuovi farmaci, aprire il campo a iniziative industriali nel campo farmaceutico – i nanoanticorpi e i farmaci saranno poi prodotti su scala industriale. La Calabria diventerebbe un riferimento centrale in Europa, “ma senza esagerare – aggiunge – potremmo dire nel mondo, per l’attivita’ di ricerca cientifica finalizzata al benessere dell’umanita’”.