“La vicenda legata al concordato preventivo di Abramo Customer Care rischia di diventare un intreccio nebuloso, quando invece lo scenario dovrebbe essere il più trasparente possibile, soprattutto per tutelare le migliaia di lavoratori coinvolti, sempre più preoccupati del loro futuro”.
Lo dichiara il segretario nazionale UGL Telecomunicazioni, Stefano Conti, ripercorrendo “il vortice di informazioni incontrollate che nel tempo si sono succedute. Venerdì 5 febbraio l’attuale management di Abramo C.C. informava la segreteria nazionale di UGL Telecomunicazioni di aver ricevuto una sola offerta di acquisizione per l’intero perimetro occupazionale, peraltro accettata dalla proprietà, da parte del fondo Heritage Investiments e dell’investitore privato Paul Manfredi, attraverso la costituzione di una newco chiamata We Care 4U. Solo qualche ora dopo rimbalzava la notizia, a mezzo stampa, di un’altra offerta di acquisto, anch’essa riguardante l’intero perimetro occupazionale, da parte della System House dell’Ing. Agostino Silipo, azienda italiana di lungo corso tra i leader del settore dei call center. Ieri 11 febbraio leggiamo una vibrante dichiarazione stampa del sottosegretario al MiSe, Alessandra Todde, nella quale si evidenzia la messa in sicurezza dei lavoratori di Abramo, per mezzo dell’istanza presentata dal Fondo Heritage ed al lavoro svolto dal suo ministero”.
“Tuttavia al momento è il Tribunale di Roma a vagliare la o, forse, le proposte di affitto e successiva acquisizione pervenute e si pronuncerà solamente nei prossimi giorni. Ciò vuol dire che fino ad oggi ufficialmente non è stato messo in sicurezza alcun posto di lavoro”.
“Come Organizzazione sindacale vorremmo capire perché dal management di Abramo ci è stato comunicato che era stata ricevuta solamente un’unica offerta di affitto/acquisizione e non anche quella pervenuta da parte della System House; e perché anche il sottosegretario Todde ha menzionato solamente l’offerta di Heritage Investiments. Come Organizzazione sindacale vorremmo poter valutare l’intera procedura concorsuale nella massima trasparenza, a garanzia della effettiva salvaguardia di tutti i posti di tutti i posti di lavoro, e conoscere anche le prospettive industriali e di sviluppo che i due soggetti promotori delle offerte sono in grado di offrire ai lavoratori e all’intero territorio calabrese”.
“È alla luce di tutti questi interrogativi che manifestiamo tutte le nostre preoccupazioni sui risvolti che sta prendendo questa vicenda”, conclude Conti.