“Le proteste dei lavoratori di molti dei consorzi di bonifica calabresi che non ricevono lo stipendio da diversi mesi ci dicono fondamentalmente una cosa sola: che questi non funzionano.
Il fatto che questi enti consortili stiano andando in difficoltà uno dopo l’altro, o non riescano a uscire dalla crisi, è chiaro indice del fatto che il sistema consorzi in Calabria, nonostante le presunte rassicurazioni dell’ex presidente dell’Urbi Calabria, Marsio Blaiotta, e nonostante i proclami del nuovo, Rocco Leonetti, non operi affatto come dovrebbe e, oltre a non proteggere i propri dipendenti, mette a rischio il lavoro di imprenditori e agricoltori. Ormai è tempo, quindi, che la Regione Calabria e l’Assessore all’Agricoltura, Gianluca Gallo, in quanto materia regionale, dia disposizioni per rivedere la relativa legge regionale e intervenga quanto prima perché questa situazione non è più procrastinabile. Nel 2017 presentammo, proprio a Corigliano-Rossano, una Proposta di legge di iniziativa popolare, accompagnata da ben 8mila firme, che ne prevedeva la riforma dei consorzi di bonifica. Già allora chiedevamo massima trasparenza nei bilanci perché prevedevamo quello che di lì a poco sarebbe successo. Quattro anni dopo ci troviamo a fare i conti con i problemi: se ci si fosse mossi per tempo avremmo evitato questa grave crisi alla quale oggi assistiamo.
Credo che ora sia giunto il momento di mettere da parte le autocelebrazioni e riprendere in mano la suddetta proposta di legge partendo proprio dalla definizione: dovrebbero essere solo consorzi irrigui, come lo sono al Nord, fornendo però un serio servizio senza le criticità attuali e non più di bonifica.
In merito ho sollecitato più volte durante il suo primo mandato l’assessore Gallo ma a tutt’oggi, da parte sua, non c’è stata nessuna presa di posizione nonostante gli enti consortili siano morosi da anni. Morosi, appunto, ma intoccabili. Un paradosso che deve essere necessariamente sanato pena il fatto che molte famiglie potrebbero passare un Natale senza stipendio, in piena crisi economica e in anni di pandemia. Al mancato pagamento degli stipendi si aggiunge anche il mancato pagamento dei tfr di quei lavoratori che da anni lo stanno ancora aspettando.
Ma ci sono anche altri paradossi che sono degni di nota: oggi protestano perché non ricevono lo stipendio da mesi i lavoratori del consorzio di bonifica di Trebisacce distaccati nella sede della centrale idroelettrica del Cino. Questa centrale è tristemente nota all’opinione pubblica, alle istituzioni e all’assessore Gallo perché, come da me denunciato (e documentato) più volte, pregiudica l’ecosistema del fiume. Non garantisce, infatti, il deflusso minimo vitale del fiume minando così sia la sopravvivenza delle colture di Ogliastretti sia la futura sopravvivenza del fiume stesso. Allo stesso tempo non vengono nemmeno pagati i lavoratori. Anche in questo caso, ancora una volta, chiedo alla Regione di effettuare i necessari controlli e revocare questa concessione che sta provocando danni irreversibili una zona pregiatissima per la coltivazione di agrumi.
Mi preme anche segnalare e rendere noto che, nonostante tutte queste criticità, al consorzio di bonifica di Trebisacce lo Stato centrale eroga somme ingenti per gli investimenti delle opere irrigue: da poco è stata approvata la graduatoria del Ministero dell’Agricoltura con la prima lista di progetti ammissibili con fondi del Pnrr. Su questi ben 10 interventi finanziabili saranno del Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini dello Ionio Cosentino: su 1 miliardo e 600 milioni di euro ben 160 milioni arriveranno sullo Jonio cosentino. È questo è solo l’ultimo finanziamento destinato alla Calabria. Ecco perché ho già chiesto al Ministero, e in questa sede lo faccio alla Regione, di controllare non solo che questi soldi vadano a risolvere le criticità del servizio irriguo che esso deve fornire ma deve essere anche necessario e adeguato il controllo affinché i lavoratori dipendenti dai consorzi ricevano regolarmente il loro stipendio. È il momento che la Regione si faccia sentire e si faccia carico di questo grave problema. Sono i cittadini a chiederlo, dovrebbe essere l’etica a imporlo”.
Così in una nota Rosa Silvana Abate – Senato Gruppo Misto – Capogruppo Commissione Agricoltura